Accoglienza donne Verona
SCHEDA PROGETTO
Ente partner | Nazione target | Totale costo progetto | Finanziamento richiesto | Fondi raccolti ad oggi | differenza a target |
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Poveri Servi della Divina Provvidenza | Italia | € | € | € 0,00 | € |
Il progetto
Tipologie di strutture:
- Casa Artemisia “mamma-bambino” (Verona): si tratta di una Casa che si dedica all’accompagnamento, alla tutela e alla formazione delle mamme nello sviluppo della propria maternità e nell’educazione dei propri figli. In questa comunità risiede stabilmente una famiglia che con l’aiuto di educatori e in collaborazione con la ULSS del territorio, con dei progetti individuali ne accompagnano le varie fasi di crescita e maturazione.
- Casa per donne (Mantova): Parliamo di una comunità rifugio, per donne vittime di violenza, immigrate, senza fissa dimora, gestita in semi autonomia con una figura educativa di riferimento che saltuariamente dedica del tempo all’accompagnamento, all’ascolto e all’aiuto sulle pratiche burocratiche e sanitarie delle donne accolte.
- Casa rifugio est e Casa rifugio ovest (Verona): come dice il nome stesso, questa tipologia di case offre tutela ed ospitalità temporanea a donne (con o senza bambini) che hanno subito violenza. Le comunità, il cui indirizzo è tutelato dalla segretezza, sono gestite da educatori professionali che hanno la funzione di accompagnare le componenti della comunità ad uscire dalla violenza e ricostruire una buona autonomia di vita. I servizi offerti in queste strutture sono molteplici: oltre all’accoglienza, sono tutelate da un punto di vista legale e viene offerto loro un supporto psicologico.
Dal 2018 ad oggi sono state accolte in totale 47 donne (di cui 4 in gravidanza) e 53 minori (tra i 4 mesi e i 18 anni).
- Centro anti violenza Legnago Donna – CEAV (Legnago): è un servizio di consulenza che viene offerto alle donne in difficoltà di qualsiasi genere, violenza psicologica, economica, stalking, violenze sessuali e fisiche di qualunque provenienza. Dal 2020 ad oggi sono state accolte 42 donne (33 accessi diretti, quindi donne che sono entrate in contatto con noi di loro spontanea volontà, 9 inviate dai Servizi Sociali oppure dalle forze dell’ordine). In questa realtà viene offerto un primo servizio di ascolto, di sostegno psicologico e consulenze legali. Collaborano con la struttura, oltre i Servizi Sociali del territorio, anche delle psicologhe, avvocati, assistenti sociali e una rete di volontari che aiutano nell’accompagnamento delle donne accolte.
Tipologie di comunità come queste portano con sé delle criticità non sottovalutabili. Prima tra queste è la questione del reinserimento lavorativo: riscontriamo sempre più quanto sia necessario coinvolgere e sensibilizzare le aziende del territorio per l’accoglienza lavorativa delle ragazze.
Abbiamo sempre più utenza a “lunga durata”: donne e bambini avrebbero bisogno di ospitalità a “breve durata” per protezione (3-6 mesi) che dovrebbe poi evolvere in progetti che permettano maggiore autonomia, ma questo spesso non è possibile per la scarsa disponibilità abitativa sul territorio per il post-rifugio.
Inoltre, una problematica non indifferente è il baby-sitting durante il lavoro (per chi ce l’ha) delle mamme. Soprattutto per chi non può ancora usufruire del servizio scolastico o post-scolastico.
BISOGNI DURANTE L’OSPITALITA’
- presenza di donne volontarie all’interno delle case rifugio, per l’aiuto nella gestione della casa, dei figli, …
- formazione per le ospiti: corsi di cucina, di sartoria, …
- baby sitting per le mamme che lavorano e cercano casa
- nuove opportunità lavorative che possano permettere alle mamme la gestione dei propri figli
BISOGNI IN FASE DI DIMISSIONE
- trovare lavori con orari favorevoli alla gestione dei figli
- baby sitting nei casi in cui l’orario di lavoro non sia favorevole
- soluzioni abitative agevolate (co-housing ecc.)
supporto nelle spese da sostenere nei primi mesi di autonomia